C'era
una volta uno gnomo che abitava nella città di Green Village, uno
splendido villaggio tutto verde e molto tranquillo prima dell'arrivo
della Strega dalla Nebbia. Era una strega molto cattiva. Era cieca, ma
aveva una specie di sesto senso e capiva tutto quello che le succedeva intorno. Era arrivata e aveva conquistato con i suoi gnomi
cattivi tutto il villaggio e lo aveva reso succube del suo potere. In quel
villaggio non si poteva più vivere felici come prima.
Un giorno
l'anziana madre del giovane gnomo, che era molo saggia, riempì a suo figlio, a sua insaputa, lo zaino di cibo che potesse bastare per dieci giorni e
anche più e gli diede il compito di attraversare il lago ghiacciato,
la terribile foresta buia e la montagna sanguinosa per arrivare al
castello incantato dalla buona fata Bianca che era l'unica a poter
sconfiggere la Strega della Nebbia. Lo gnomo era molto triste e
scoraggiato. Era molto piccolo e dietro aveva solo cibo per dieci
giorni e tre piccole pagnotte di pane in più che la mamma gli aveva
ordinato di tirar fuori solo davanti ai tre ostacoli.
Lo
gnomo partì. Dopo tre faticosissimi giorni arrivo al lago ghiacciato.
Si diceva che ci vivessero molti mostri terribili. Aprì lo zaino e vi
trovò solo due pagnotte di pane e uno skateboard per la neve.
Lo prese e ci saltò sopra : doveva passare il lago solo con quello. Aveva già passato metà lago ed era felice quando, al suo fianco, comparve un mostro che spaccò tutto il ghiaccio e fece quasi cadere lo gnomo che si aggrappò immediatamente allo skate e scappò.Dopo altri tre giorni arrivò alla foresta buia. Al posto della seconda pagnotta c'era una corda. La foresta era piena di liane e là si poteva passare sano e salvo solo volando perché altrimenti si finiva mangiati dagli animali. La liana mancava solo nel primo albero così, approfittando di ciò, legò la sua corda e si lanciò sugli altri alberi. A metà viaggio svegliò un pipistrello e un sacco di animaletti volanti iniziarono a inseguirlo, ma lui fu più veloce e arrivò prima che loro potessero raggiungerlo.
Dopo altri tre giorni, arrivò alle montagna sanguinosa. Nel suo cammino non c'era niente di pericoloso solo un sacco di morti che non erano riusciti a salvarsi.
Lo prese e ci saltò sopra : doveva passare il lago solo con quello. Aveva già passato metà lago ed era felice quando, al suo fianco, comparve un mostro che spaccò tutto il ghiaccio e fece quasi cadere lo gnomo che si aggrappò immediatamente allo skate e scappò.Dopo altri tre giorni arrivò alla foresta buia. Al posto della seconda pagnotta c'era una corda. La foresta era piena di liane e là si poteva passare sano e salvo solo volando perché altrimenti si finiva mangiati dagli animali. La liana mancava solo nel primo albero così, approfittando di ciò, legò la sua corda e si lanciò sugli altri alberi. A metà viaggio svegliò un pipistrello e un sacco di animaletti volanti iniziarono a inseguirlo, ma lui fu più veloce e arrivò prima che loro potessero raggiungerlo.
Dopo altri tre giorni, arrivò alle montagna sanguinosa. Nel suo cammino non c'era niente di pericoloso solo un sacco di morti che non erano riusciti a salvarsi.
Al posto della terza pagnotta c'era un piccone. Riuscì a
superare anche questa montagna e subito dopo vide il castello.
Raggiunse la fata e la scongiurò sino a quando lei lo portò sulle sue ali
al villaggio, pronta a combattere.
Arrivati, la fata buttò giù con un soffio la porta della reggia della strega e dopo una battaglia molto lunga, la fata fece una magia e la Strega della Nebbia diventò pietra e la tenne come trofeo nel suo castello. Avevano vinto.
Arrivati, la fata buttò giù con un soffio la porta della reggia della strega e dopo una battaglia molto lunga, la fata fece una magia e la Strega della Nebbia diventò pietra e la tenne come trofeo nel suo castello. Avevano vinto.
Il giovane gnomo nel
frattempo si era innamorato della fata che lo prese in sposo pochi
mesi dopo.
Che bella ricompensa che aveva avuto: una bella vita tranquilla con la fata che amava.
Che bella ricompensa che aveva avuto: una bella vita tranquilla con la fata che amava.
Alessandro M.
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