giovedì 27 dicembre 2012

E Natale diverrà!




Il Natale è arrivato
tanti doni ci ha portato,

ha portato l'allegria
e che festa presto sia.

E' la festa dei bambini
e si sta tutti vicini;

è la festa dei papà
gioia e amore porterà;

è la festa della mamma
e nel cuor si crea una fiamma,

e così neve cadrà
e Natale diverrà
                                   Gaia G.

Concerto di Natale


Oggi, 21/12/2012, siamo andati nella mia vecchia scuola elementare di Via Litta per il concerto natalizio. 
Prima di tutto abbiamo fatto le prove in palestra, poi è iniziato il concerto:c'erano tutti i bambini della scuola elementare con i loro insegnanti. 
Mentre suonavamo eravamo tutti molto concentrati . Abbiamo suonato anche con la banda e la Prof.ssa Belluzzo dirigeva tutti, mentre noi suonavamo. A volte perdevamo il ritmo perchè la banda, essendo abituata a suonare lentamente, suonava più piano di noi.
 Alla fine, la Prof.ssa di Italiano  ci ha dato una nota di merito e la Prof.ssa di Musica si è congratulata con noi per come abbiamo suonato:  nonostante gli imprevisti, è stato un successo. 
                                                                                                                  Gaia G.

mercoledì 5 dicembre 2012

Il salvataggio


Il gommone si stava dirigendo verso il pontile per poi farci tornare a casa. Era una classica giornata di luglio , il cielo era limpido ed il sole scaldava ancora, anche se erano ormai le sei pomeridiane. Eravamo tranquilli, non prevedevamo problemi nell’attraccare il gommone che filava liscio sul lago calmo  riflettendo i raggi del sole e le montagne imponenti attorno  sembravano dominare il territorio circostante. Mi ero trovato un posticino comodo al sole, immerso nei candidi cuscini che ricoprivano l’intero gommone. Ad un certo punto chiusi gli occhi, mi rilassai dopo il bagno nell’acqua fredda del lago. Sentii un leggero venticello che mi sfiorava i capelli e che aumentava sempre di più fino a farmi venire freddo, aprii gli occhi e non vidi più quel sole caldo, ma mi trovai davanti dei nuvoloni grigi, enormi e, a dir la verità me la feci un po’ sotto ripensando a quella volta che il temporale ci sorprese a fare il bagno. In lontananza si potevano già scorgere i primi lampi che cadevano come sparati giù dal cielo, e si avvicinavano sempre più i tuoni che rimbombavano nelle piccole insenature frequenti, una dopo l’altra. Mio nonno disse a me, a mio fratello e ai miei cugini di prepararci a correre come il vento che, intanto, era diventato furioso e lanciava  spinte formidabili mandandoci  contro dei proiettili d’acqua che era iniziata a cadere pochi minuti prima. In quell’istante mi sentii pietrificato e pensai che non ce l’avremmo mai fatta a tornare con quel tempo. Il vento soffiava sempre più mentre la pioggia sembrava bucare la pelle. Mia nonna iniziava a preparare tutte le borse per scendere a terra. In quel momento andammo a sbattere contro un’onda che mi fece sobbalzare e cadere su un gancino di ferro che mi aprì la pelle del ginocchio. Sentii un dolore terribile che mi attraversò il corpo e mi stavo per arrendere quando, non so dove, trovai il coraggio di reagire. Ci preparammo: prendemmo le cime pronti a gettarle attorno al palo. Arrivò il momento: toccava a me, non sapevo se ce l’avrei fatta, ma ci provai: chiusi gli occhi e l’anello di corda che lanciai s’infilò perfettamente attorno al palo in ferro e in quel momento riacquistai le forze sia mentali che corporee. Mia nonna scese e si diresse verso la macchina, il lago era sempre più mosso e noi ci dirigemmo alla boa per coprire il gommone con un telo; quando ci fermammo mi pulì la ferita e continuai a lavorare. Ad un certo punto, proprio quando finimmo di coprire il gommone, il vento diminuì fino a disperdersi nel cielo cupo. Ad un tratto un raggio di sole squarciò le nubi e noi restammo a guardare a bocca aperta. In fondo, dove iniziavano le montagne, si intravedeva una stradina di colori che, poco dopo, ci passò sopra la testa fino ad occupare la parte centrale del cielo. La pioggia continuava a cadere, ma noi tirammo un “HURRA!” e con sospiro di sollievo tornammo a terra; in quel momento mi sentii un eroe: ero al settimo cielo, ma non solo per essere riuscito ad agganciare la corda, ma anche perché eravamo stati dei veri marinai!      
                                                                                                              Federico B.