C’era una volta il curioso Marchese di Uzbekistur che, viaggiando e viaggiando, si trovò nella radura di Pratoverde dove aveva sentito dire che, in quel luogo, c’era un enorme castello con la principessa più bella del reame. Lo cercò e lo cercò fino a quando lo trovò; era lì, immenso, davanti a lui. Bussò. Andò ad aprirgli uno strano vecchietto dall’aria simpatica:
-Buongiorno caro ragazzo, cosa stai cercando?-
gli rispose il marchese:
-Sto cercando la famosa principessa, per vedere se è così bella come si dice in paese…-
-Ahhhhhhhhh, caro ragazzo, non sai cosa dici, Blumandia, la principessa, è bellissima; se soltanto avessi quarant’anni di meno avrei avrei immediatamente chiesto la sua mano… hehehehe… dai ora entra, non è cortese far aspettare gli ospiti!-
Il marchese entrò e, Flacidomius, il servo che lo aveva fatto entrare, gli mostrò la sua stanza e gli fece fare una breve visita del castello.
Arrivati alla stanza reale, il Marchese, dopo essersi chinato, salutò Re-Barbalungafinoaipiedi e, subito dopo essersi alzato, capì il motivo del nome del re: aveva una barba che non finiva più…
Notò altre due figure e una la riconobbe subito, anche se non l’aveva mai vista: era Blumandia, la principessa.
L’altra finchè, rimase nell’ombra, non la riconobbe, ma, in un secondo momento, si ricordò di un vecchio del paese che gli disse che nel palazzo del re viveva uno stregone malvagio: Plurucillo.
Quest’ultimo respinse il saluto del Marchese e se ne andò. La sera il marchese, e tutti gli abitanti del castello,
si addormentarono, tutti tranne Plurucillo che era infuriato nero con il Marchese, perché ora, oltre a lui c’era anche il Marchese a contendersi la mano di Blumandia. Allora decise di nasconderla in una stanza segreta del castello così che non potesse interagire con il Marchese e decise anche di trasformare quest’ultimo in un gatto nero così che fosse cacciato per sempre dal castello. La notte si alzò ed eseguì il suo piano, ma Flacidomius che aveva seguitola scena, prese una polvere magica: l’antigattonerovirus e la fece respirare dal Marchese-gatto che riprese le sue sembianza naturali:
-Ti sono debitore; ti chiedo di accompagnarmi nella liberazione della principessa;-
-Sono con te, caro Marchese.-
I due si alzarono da terra e seguirono la scia di alcrime lasciata da Blumandia e giunsero nel luogo dove era tenuta prigioniera.
Con l’aiuto di una spada magica, il Marchese sconfisse Plurucillo che scappò e non si fece mai più vedere.
Liberata Blumandia il Marchese chiese subito la sua mano e il re, suo padre, accettò volentieri;
i due si sposarono e vissero felici e contenti.
Federico B.
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