C'era
una volta su una collina in mezzo al nulla, un grande castello: era
tutto bianco di marmo e aveva quattro torri altissime. L'ingresso
delle mura che circondavano il castello avevano un ponte levatoio
pesantissimo, all'interno c'era un gran cortile con un prato
verdissimo e morbidissimo. Infatti c'era un piccolo uomo brutto,brutto che tutti i giorni tagliava l'erba e le dava l'acqua.
In
questo giardino c'era sempre un principe seduto sull'erba sotto a due
grandi alberi di ciliegio. Il principe era un ragazzotto biondo con
gli occhi scuri, era alto è un po' magro. Aveva però dei grandi
piedi e gambe muscolose. Si stufava sempre a stare sotto quegli alberi tutto da solo, l'unica persona con cui poteva stare era l'uomo
brutto, brutto, che però veniva da un paese lontano e non capiva bene
quello che diceva il principe; ogni giorno pensava a
cosa poteva inventarsi per passare il tempo: non c'erano vicini di
castello, non aveva fratelli, nessun parente veniva mai a trovarlo e
i suoi genitori erano sempre impegnati e non avevano mai tempo per lui.
Un
giorno, siccome si annoiava, provò ad inventare un nuovo gioco: la
prima idea fu quella di arrampicarsi sugli alberi. Questo gioco non
andò a buon fine perché non aveva abbastanza forza nelle braccia e
cadde a terra quasi subito.
La
seconda idea fu di giocare con delle racchette e lanciare una
pallina oltre una rete: il problema era che non aveva nessuno con cui
giocare. Provò a chiedere all'uomo brutto, brutto di giocare con lui:
però l'uomo brutto, brutto non riusciva a giocare perché era troppo
basso e aveva le braccia troppo corte. Così anche questo gioco non
si poteva fare.
Il
principe trovò un giorno un melone che era rotolato fuori dalla
carrozza che aveva portato dentro al castello la frutta per il
pranzo.
Provò
allora a lanciarla con le mani, ma non aveva le braccia forti e quindi
con della stoffa provò a ricreare il melone ma più leggero. Il
risultato fu che il principe aveva un nuovo gioco: una palla. Si mise
quindi a giocare con la palla lanciandola prima con le mani, poi con
i piedi. Osservando il suo giardino, vide che i due alberi di
ciliegio sotto cui si sedeva, erano le uniche cose a cui poteva
mirare. Iniziò quindi a cercare di lanciare la palla da lontano tra
i due alberi. Così scoprì che questo nuovo gioco lo divertiva
molto. Provava a lanciare la palla da lontanissimo, poi correva con
la palla tra i piedi e la lanciava di corsa fra i due alberi, oppure
cercava di colpirla di testa. Solo che un giorno, mentre correva con
la palla inciampò
su un grande sasso per fissare gli alberi. Fece un volo incredibile e andò a cadere sullo
stomaco dell'uomo brutto, brutto che stava lavorando in giardino.
Dalla
finestrella di una delle quattro torri, si affacciò Luisella, la
figlia dell'uomo brutto, brutto. Luisella era bella, bella, anche se
non si sa come mai e lavorava, come aiuto cuoca, all'interno del
castello. Il principe non l'aveva mai vista perché alla servitù non
era consentito avvicinarsi al principe. Sentendo però il padre
lamentarsi dal dolore Luisella era corsa fuori.
Il
principe, anche lui per terra con le ginocchia ferite, disse: “ Che bella questa ragazza, di chi sarà figlia?” e l'uomo brutto, brutto rispose “ Sua maestà, è mia questa figlia, l'ho fatta io..
non mi assomiglia?”.
Il
principe, sorpreso, rispose “ah sì!? Beh, sua moglie deve esser
stata proprio una bella donna perché voi non vi assomigliate
molto!”. Luisella era alta, magra, con dei lunghissimi capelli
biondi e degli occhi grandi e azzurri. Luisella aveva anche delle
lunghe braccia, a differenza del padre. Era forte e correva veloce.
Il principe quindi capì che aveva trovato una nuova persona con cui
giocare, e le insegnò il suo gioco: il calcio.
Metteva
Luisella in porta e lui da lontano tirava la palla: la ragazza dalle
lunghe braccia riusciva sempre a parare i tiri del principe e questo
lo faceva arrabbiare, ma lo affascinava molto. Un giorno, vedendola
tra i due alberi di ciliegio tutta contenta e presa dal gioco
inventato dal suo principe, capì che se ne stava innamorando. Così
invece che tirare un altro pallone si avvicinò e le chiese di
sposarlo. L'uomo brutto, brutto, che stava tagliando il prato, era
felicissimo e organizzò subito una grande festa in giardino.
Si
sposarono e vissero per sempre felici e
contenti. Fecero 20 bambini, misero su due squadre di calcio per
giocare tutti insieme. L'uomo brutto, brutto diventò così il nonno
con più nipoti al mondo e il commentatore di ogni partita!
Valerio M.
Dobbiamo dire grazie alla prof se non avevamo agenteffe
RispondiEliminaProf pagliara posso darle le foto domani e li o mandato la mia storia ma mi sono dimenticato il titolo parla di un ragazzo che a un fratello che lo odia
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