mercoledì 29 maggio 2013

IL PRINCIPE CHE INVENTO' IL CALCIO

C'era una volta su una collina in mezzo al nulla, un grande castello: era tutto bianco di marmo e aveva quattro torri altissime. L'ingresso delle mura che circondavano il castello avevano un ponte levatoio pesantissimo, all'interno c'era un gran cortile con un prato verdissimo e morbidissimo. Infatti c'era un piccolo uomo brutto,brutto che tutti i giorni tagliava l'erba e le dava l'acqua.
In questo giardino c'era sempre un principe seduto sull'erba sotto a due grandi alberi di ciliegio. Il principe era un ragazzotto biondo con gli occhi scuri, era alto è un po' magro. Aveva però dei grandi piedi e gambe muscolose. Si stufava sempre a stare sotto quegli alberi tutto da solo, l'unica persona con cui poteva stare era l'uomo brutto, brutto, che però veniva da un paese lontano e non capiva bene quello che diceva il principe; ogni giorno pensava a cosa poteva inventarsi per passare il tempo: non c'erano vicini di castello, non aveva fratelli, nessun parente veniva mai a trovarlo e i suoi genitori erano sempre impegnati e non avevano mai tempo per lui.
Un giorno, siccome si annoiava, provò ad inventare un nuovo gioco: la prima idea fu quella di arrampicarsi sugli alberi. Questo gioco non andò a buon fine perché non aveva abbastanza forza nelle braccia e cadde a terra quasi subito.
La seconda idea fu di giocare con delle racchette e lanciare una pallina oltre una rete: il problema era che non aveva nessuno con cui giocare. Provò a chiedere all'uomo brutto, brutto di giocare con lui: però l'uomo brutto, brutto non riusciva a giocare perché era troppo basso e aveva le braccia troppo corte. Così anche questo gioco non si poteva fare.
Il principe trovò un giorno un melone che era rotolato fuori dalla carrozza che aveva portato dentro al castello la frutta per il pranzo.
Provò allora a lanciarla con le mani, ma non aveva le braccia forti e quindi con della stoffa provò a ricreare il melone ma più leggero. Il risultato fu che il principe aveva un nuovo gioco: una palla. Si mise quindi a giocare con la palla lanciandola prima con le mani, poi con i piedi. Osservando il suo giardino, vide che i due alberi di ciliegio sotto cui si sedeva, erano le uniche cose a cui poteva mirare. Iniziò quindi a cercare di lanciare la palla da lontano tra i due alberi. Così scoprì che questo nuovo gioco lo divertiva molto. Provava a lanciare la palla da lontanissimo, poi correva con la palla tra i piedi e la lanciava di corsa fra i due alberi, oppure cercava di colpirla di testa. Solo che un giorno, mentre correva con la palla inciampò su un grande sasso per  fissare gli alberi. Fece un volo incredibile e andò a cadere sullo stomaco dell'uomo brutto, brutto che stava lavorando in giardino.
Dalla finestrella di una delle quattro torri, si affacciò Luisella, la figlia dell'uomo brutto, brutto. Luisella era bella, bella, anche se non si sa come mai e lavorava, come aiuto cuoca, all'interno del castello. Il principe non l'aveva mai vista perché alla servitù non era consentito avvicinarsi al principe. Sentendo però il padre lamentarsi dal dolore Luisella era corsa fuori.
Il principe, anche lui per terra con le ginocchia ferite, disse: “ Che bella questa ragazza, di chi sarà figlia?” e l'uomo brutto, brutto rispose “ Sua maestà, è mia questa figlia, l'ho fatta io.. non mi assomiglia?”.
Il principe, sorpreso, rispose “ah sì!? Beh, sua moglie deve esser stata proprio una bella donna perché voi non vi assomigliate molto!”. Luisella era alta, magra, con dei lunghissimi capelli biondi e degli occhi grandi e azzurri. Luisella aveva anche delle lunghe braccia, a differenza del padre. Era forte e correva veloce. Il principe quindi capì che aveva trovato una nuova persona con cui giocare, e le insegnò il suo gioco: il calcio.
Metteva Luisella in porta e lui da lontano tirava la palla: la ragazza dalle lunghe braccia riusciva sempre a parare i tiri del principe e questo lo faceva arrabbiare, ma lo affascinava molto. Un giorno, vedendola tra i due alberi di ciliegio tutta contenta e presa dal gioco inventato dal suo principe, capì che se ne stava innamorando. Così invece che tirare un altro pallone si avvicinò e le chiese di sposarlo. L'uomo brutto, brutto, che stava tagliando il prato, era felicissimo e organizzò subito una grande festa in giardino.
Si sposarono e  vissero per sempre felici e contenti. Fecero 20 bambini, misero su due squadre di calcio per giocare tutti insieme. L'uomo brutto, brutto diventò così il nonno con più nipoti al mondo e il commentatore di ogni partita!

Valerio M.

2 commenti:

  1. Dobbiamo dire grazie alla prof se non avevamo agenteffe

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  2. Prof pagliara posso darle le foto domani e li o mandato la mia storia ma mi sono dimenticato il titolo parla di un ragazzo che a un fratello che lo odia

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