venerdì 13 dicembre 2013

Io me ne frego

Venerdì 22 Novembre siamo andati a Milano al Teatro Leonardo da Vinci per assistere allo spettacolo, della compagnia “Quelli di Grock” : “Io me ne frego” di Valeria Cavalli, sul tema del bullismo.
I protagonisti sono Filippo, denominato Rospo, e Federico, detto Biglia. Amici sin dalla prima elementare si ritrovano fuori dalla scuola per giocare a calcio: Rospo da grande vuole fare il calciatore e non va molto bene a scuola, mentre Biglia, al contrario, è bravissimo a scuola, ma imbranato negli sport.
In seconda media il professor Esposito presenta alla classe un nuovo compagno: si chiama Robertino, è un pluripetente appassionato di motorini. Subito, tutta la classe lo ammira, compreso Rospo, mentre Biglia lo considera solo un prepotente. Rospo, pian piano, cambia il suo carattere per colpa di Robertino: va ancora più male a scuola, non rispetta i genitori e incomincia a fare il bullo con tutti, perfino con Biglia. Infatti, con l' aiuto di Robertino, Rospo impone a Biglia di fare cose inimmaginabili: come fargli le verifiche e scroccare dei soldi ai ragazzini di prima tramite delle scuse. Biglia esegue gli ordini e siccome non riesce a fare tre verifiche in un' ora, viene pestato. Ormai Biglia è diventato un vero e proprio bullo. Robertino chiede a Biglia di fare una cosa spropositata; siccome Chiara non ha accettato l' invito di Robertino deve essere punita. Biglia, ancora una volta, vittima della paura, accompagna Chiara al parco, e vedendo l'arroganza e la violenza di Robertino nei confronti di Chiara,le grida di scappare e insieme raggiungono il portone del condominio. Biglia si decide e confessa tutta la storia a Chiara e ai suoi genitori. Il giorno dopo a scuola racconta i fatti al professor Esposito. Ma ritorniamo ai giorni nostri: un uomo viene arrestato per rapina a mano armata e tentato l'omicidio. L' uomo confessa in modo superficiale
l' accaduto e chiede un avvocato. L' avvocato è arrivato, e indovinate un po' chi è? È Biglia: deve difendere quest' uomo che conosce come le sue tasche: Rospo.

Biglia tende la mano a Rospo e gli dice: “Non mi interessa quello che hai fatto a me, io devo fare il mio lavoro: devo sostenere la tua difesa.” 
                                                                           Alessandro M.  

lunedì 25 novembre 2013

Scuola e Corpo musicale in festa


A Lainate, domenica 17/11/2013, sono stati inaugurati i nuovi spazi dell’Istituto E. Fermi.
I locali sono stati adibiti all’Aula Magna e alla sede del Corpo Musicale intitolato a “G. Verdi”,  in occasione del bicentenario della sua nascita.
Lo spazio utilizzato per questa realizzazione è il vecchio parcheggio adiacente alla scuola media “E.Fermi".
Si tratta di 500 mq del sotterraneo inutilizzati da 12 anni.
A questo evento, oltre agli alunni, ai loro genitori e al corpo musicale, hanno partecipato la Preside Barbara Breviglieri, il sindaco di Lainate Alberto Landonio e la professoressa Sara Belluzzo.
All'inizio la Preside e il Sindaco hanno spiegato come è nata l'idea di realizzare  questi nuovi  locali proprio adiacenti all’Istituto Fermi. L’obiettivo è quello di cercare l'intensificazione del rapporto tra corpo musicale e ragazzi progettando, avvantaggiati dalla vicinanza,  percorsi comuni.
La banda  ha accolto  i presenti con una serie di brani musicali; al momento del taglio del nastro, compiuto dal Sindaco, la banda musicale ha eseguito l'inno di Mameli.
Subito dopo il gruppo dei musicanti si è esibita, all'interno della nuova sede,  insieme ai ragazzi della S.M.S. E. Fermi, suonando alcuni brani tra cui “Fratello sole, sorella luna”, “ When the Saints go Marching in”, “Go, tell it on the mountain” e “La Marcia dei Bambini”.
Anche se i ragazzi non avevano avuto modo di  fare delle prove  con la banda, il risultato è stato molto soddisfacente. Con grande stupore degli alunni anche la prof di musica,  la signora Belluzzo,  ha suonato con loro.
Successivamente tutti gli invitati ed il corpo musicale si sono recati nella nuova aula magna per un breve rinfresco.
La Preside e il Sindaco hanno stappato una bottiglia di spumante per dare inizio ai festeggiamenti.
Per la  costruzione della nuova sede è stata utilizzata la somma complessiva di 300.000 euro.
Il Corpo Musicale è molto soddisfatto del nuovo spazio, poiché la precedente sede, situata nella scuola elementare di via Litta, non era più utilizzabile, dati l’inserimento delle classi negli ambienti.
Una musicante del corpo bandistico, intervistata, ha espresso il suo entusiasmo  all’ idea  di organizzare attività comuni tra scuola e Corpo musicale. Ha invitato tutti  a far parte della banda  in quanto ritiene gli alunni dei bravi "baby musicisti".
Anche noi studenti siamo contenti del risultato.
La nuova costruzione con i suoi ambienti ha un’aria moderna e allegra e ha dato alla struttura esterna, del nostro edificio, un tocco di  colore e di rinnovamento.
                                                                                                                                                                                  Simone e Riccardo II F
 

lunedì 9 settembre 2013

SULLE ONDE DELLA LIBERTA'





Genere:Avventura
Casa Editrice: Mondadori

SCRITTORE: Nicoletta Bortolotti
************
PROTAGONISTI: Mahmud è un ragazzo palestinese molto allegro a cui non piace la geometria e che ama il surf. E’ anche uno che si arrende facilmente quando non riesce a far qualcosa

PERSONAGGI PRINCIPALI: Samir è un ragazzo israeliano molto simpatico, grazie alla sua simpatia infatti, diventa amico di Mahmud con il quale va sempre in surf. Anche a lui non piace la geometria.
Bill Martinez è l’insegnante di surf di Mahmud e di Samir che viene dalla california, il quale, grazie al surf, fa apprezzare la geometria ai suoi due alievi
Mamma di Mahmud donna molto gentile e protettiva nei confronti del figlio. Lei odia il surf

PERSONAGGI SECONDARIHalima è una ragazza a cui piace fare surf. E’ simpatica e sicura di sè. Sharifa è una ragazza a cui piace andare in surf. E’ simpatica e bugiarda (in senso buono)
Najat è la più secchiona della sua classe. Anche a lei piace andare in surf ed è amica di Halima e Shafira.
Papà di Samir uomo gentile e protettivo

COMPARSE: surfisti, spettatori, e insegnante di matematica

AMBIENTI INTERNI: casa di Mahmud, scuola

AMBIENTI ESTERNI: spiaggia, strada

ESORDIO: di tipo descrittivo

EPILOGO: a lieto fine

PUNTO DI VISTA: interno ai fatti narrati, il libro è scritto in prima persona.

Sequenza descrittiva pag. 9: Samir non deve essere straricco anche se suo padre ha il vestito nero e la camicia bianca. La sua tavola sembrava peggio della mia. Sembrava più un’asse del water presa in qualche discarica che una tavola da surf. La mia tavola invece non sembra un’asse del water. Lo è. Un po’ riadattata, come lo è il motorino truccato del vecchio Ashraf, che ha il bar vicino a casa.
Sequenza dialogata pag. 36:  «Puah, due schifezze pari merito!»
«A me piacciono i razzi. Hai paura dei razzi? »
«Ma va’, paura » risponde lui con un mezzo sorriso. «Cioè. Solo da piccolissimo.»
«Anch’io zero. Solo da piccolissimo. Cosa fai quando partono i razzi?.
«Mi immagino di essere io a spararli. Bang! Woooshh!» Samir mette i pugni contro gli occhi e mi spara contro. «Poi penso al surf.»
Sequenza dialogata libera pag. 74:  « Lasciami in pace, ti ho detto»
« E va bene, vuoi sapere la verità? Tu pensi che i surfisti siano degli sfigati, ma lo sfigato sei tu, perché il tuo Game Boy fa schifo! ». «è un modello vecchissimo. Un mio amco ha il Nintendo 3DS. E suo fratello la WII. Con quelli si che ci si diverte. Miaca con ‘sti giochetti preistorici…».
Sequenza narrativa pag. 15: In realtà mi ha trovato lui, ieri mattina, mentre tornavo da scuola. Stavo attraversando lo spiazzo sabbioso, pieno zeppo di macerie e immondizie mezze bruciate dal sole, sulla strada di casa. C’era questa pietra. All’inizio mi sembrava una pietra luccicante. Come quelle delle storie fantasy che ci leggono a scuola con dentro un potere. Poi ho visto che il bagliore proveniva da sotto. Allora ho pensato che magari era un tesoro. 
Un dollaro. Un diamante. Oppure un fermaglio d’argento a forma di farfalla. Una mina.
Sequenza riflessiva pag. 16: Magari era arrivato dai tunnel e se l’era preso qualche soldato per i suoi figli e gli era caduto fuori dalla tasca. O magari Babbo Natale era venuto fino a qui, fino a Gaza City, dal Polo Nord, anche se non ci viene praticamente mai perché le renne con questo caldo potrebbero schiattare, e l’aveva messo sotto la pitra sapendo che io ci sarei passato vicino.
Sequenza significativa pag. 86: Ruotiamo la punta verso la riva e aspettiamo l’onda buona. La prima è lunga ma non fortissima. Va bene per cominciare.
Mi metto in fretta in ginocchio sulla resina liscia, punto il piede sinistro davanti a me e mi tiro subito in piedi. Anche Samir fa lo stesso. E anche Bill.

Il nostro maestro, con le ginocchia piegate e le braccia aperte, sorride proprio come noi. E con quel sorriso che il vento non spazza via sembra un ragazzo proprio come noi. Però ha un’eleganza nel cominciare la discesa che noi ce la sogniamo.
Questa sequenza mi ha colpito molto, perché la scrittrice descrive in modo perfetto la voglia che hanno i ragazzi di imparare a surfare  e la passione che ha  il maestro Bill nell’insegnare loro il modo migliore di farlo.


TIPO di narrazione: la narrazione è di tipo non lineare, lo scrittore usa la tecnica della metalessi e il flash-back

GIUDIZIO PERSONALE

Questo libro mi è piaciuto molto.
La storia è molto avvincente sin dalle prime pagine. A me piacerebbe molto saper andare sul surf e quindi questo libr, che parla principalmente di questo, mi è piaciuto tantissimo. Ciò che ho apprezzato molto di questo libro è che a ogni inizio capitolo c’è la descrizione di una tecnica  di surf.
Il personaggio che mi è piaciuto di più di tutti è Bill Martinez perchè mi piace il fatto che, malgrado l’età, racconta sempre barzellette divertenti che ti tirano su il morale, e riesce, malgrado la sua storia, a battere i ragazzini nel surf. Il modo di scrivere della scrittrice mi è piaciuto molto perchè usa un linguaggio molto vicino a noi ragazzi. Usa molte sequenze descrittive e dialogate.
Di questo libro non cambierei proprio niente, cambierei, forse, solo il titolo mettendo:”Un’amicizia inaspettata.”                                        Andrea B.


Questo libro mi è piaciuto molto. È un libro che fa riflettere; è difficile pensare che tutta questa storia si svolga in un paese continuamente in guerra, ma l’amicizia che si crea fra i due ragazzi, ci fa capire che nonostante le nostre diversità, tutti possiamo essere amici, non conta da dove arrivi o di che religione sei, siamo tutti uguali e possiamo avere le stesse passioni.
Inoltre, grazie al personaggio del maestro Bill, ci insegna ad inseguire i nostri obiettivi e le nostre passioni, a non lasciarci scoraggiare mai di fronte alle difficoltà della vita.
Il personaggio che mi ha più colpito è stato Mahmud perché, non si scoraggia mai, non si lascia abbattere e quando cade trova sempre il modo di rialzarsi e di andare avanti.
Il modo di narrare della scrittrice è adatto ai nostri giorni, usa termini che noi ragazzi usiamo nel nostro linguaggio comune, e per questo la comprensione del testo è stata semplice.
La scrittrice usa prevalentemente delle sequenze narrative, infatti racconta molto.
È stato un vero piacere leggere questo libro e condividere l’amicizia dei due ragazzi. La passione per lo sport che li lega, mi ricorda molto la mia passione per i calcio e l’amicizia con la mia squadra, è infatti fondamentale avere dei veri amici che credono in te!


martedì 11 giugno 2013

ESTATE




Estate
molto calda
soffocante
nessun rumore
quiete
canto di cicale
vento fra i capelli
sole abbagliante
e accecante.

                                              Estate
molto calda
sudore
pensieri vuoti
vaghi
voglia di mare
per bagnare la pelle
e trovare
breve respiro.
Estate
molto calda
afosa
senza nuvole
poi
il buio totale
la pioggia coi fulmini
e finalmente
un magnifico arcobaleno.
                             
                                      Francesca B.
( II Premio)


Stelle


Stelle
tante lucine
splendenti
tanti desideri
cadenti
con la cometa
per indicare la strada
e scoprire la meta;

Stelle
tante lucine
lontane
tante scoperte
nuove
piene di attrazione
per pensare costellazioni
e sapere
con convinzione;
 
Stelle
tante lucine
sparse
tanti intrecci
complicati
piene di bagliore
per sorprendere
e sapere
cos’è l’amore 

                                    





                         FEDERICO B. ( I premio)

venerdì 31 maggio 2013

Il falegname fortunato

C
’era una volta un falegname di nome Bob che viveva in un piccolo paesino con suo padre, sua madre e i suoi fratelli Albert e Peter.
Bob era  un falegname di 15 anni che veniva  sempre  preso in giro da Albert e Peter perché il più piccolo dei tre.
Un giorno il quindicenne si stufò di essere preso in giro e, dopo aver raccolto tutte le sue cose, decise di partire  per lungo viaggio. In realtà non sapeva bene dove volesse  andare, ma per due notti e due giorni continuò a camminare e a camminare senza arrivare da nessuna parte.
In questi due giorni di girovagare, si ricordò di una leggenda.
Il suo paese molto piccolo,  era quasi fuori dal mondo, lontano da tutto e tutti. Una leggenda che si narrava nel villaggio, diceva che se un uomo si fosse allontanato dal paese, uno spirito maligno lo avrebbe fatto vagare per mesi e mesi senza mai incontrare nessuna forma di vita.
Il nostro Bob, pensando che questa leggenda fosse vera, dopo una settimana di cammino, decise di tornare indietro, ma sulla strada di casa incontro una mucca che gli disse: “Ciao uomo triste io sono Carolina, una piccola mucca. Sono scappata dalla mia stalla perché tutti mi prendevano in giro. Dove stai andando di bello con quel muso lungo?”
Sentendo queste parole,  a Bob brillarono gli occhi e gli spuntò un sorriso enorme, da orecchio a orecchio.
"Ciao piccola amica io sono un falegname e mi chiamo Robert, ma tu mi puoi chiamare semplicemente Bob. Anche io sono scappato di casa, proprio come te, perché i miei fratelli mi continuavano a prendere in giro. Non è che per caso conosci un luogo dove posso trovare ospitalità per la notte?”
“Certo che ne conosco uno!” rispose Carolina, “Sono ormai due anni che vivo qui con degli amici. Vieni, te li presento!”
Mentre si avviavano verso la casa, Bob, vide spuntare dietro ad una collinetta la torre di un castello e chiese alla mucca:”quella che vedo spuntare dietro la collinetta è la torre di un castello?”
“Si certo! E’ il castello del re Carlo, unico erede al trono della dinastia dei Carletti.”
“… Quanto è distante da qui?”
“E’ molto vicino alla casa dei miei amici”
 A Bob venne subito voglia di andarlo a vedere e così la mattina seguente, dopo aver salutato e ringraziato i signori che lo avevano ospitato a dormire a casa loro, si mise in viaggio, con la sua amica Carolina, verso il castello misterioso.
Quando arrivarono a destinazione si trovarono davanti a loro un enorme castello tutto azzurro con grandi finestre dove si specchiava un magnifico ruscello con  acqua limpida e cristallina.
Appena arrivarono davanti al portone del castello una guarda chiese loro: “Chi siete?Cosa volete?”
“Io sono un falegname di nome Bob e lei è Carolina, la mucca parlante…”disse Bob ma non fece in tempo a finire la frase che rimase abbagliato dalla bellezza di una principessa che si era affacciata a una delle tante finestre dell’edificio. Era alta più o meno come lui, aveva due occhioni azzurri e lunghi capelli color carota.  Quando torno in sè disse alla mucca: “Vorrei conoscere la figlia del re Carlo, farei di tutto per starle accanto anche un solo secondo”
La guardia, che aveva sentito ciò che Bob aveva detto a Carolina, disse al falegname che bisognava superare una prova difficilissima per potersi  avvicinare alla bella dama. Bob era così incantato dal fascino di questa principessa che senza pensarci due volte accettò la sfida. 
                                                                                  Andrea B.


La ragazza dalle scarpe volanti

C’era una volta una principessa di nome Elaila, una ragazza coraggiosa che non si fermava mai, neanche davanti ad un ostacolo !
Era la ragazza più bella di tutti i regni .
Un giorno il re Artù le disse: “E’ ora di trovarti un principe!”.
Ma ogni uomo che le  consigliava il padre, non le andava bene; allora Elaila disse: ”Padre, questi ragazzi che tu mi hai proposto, non sono il mio principe azzurro. Ho deciso, me ne andrò da palazzo per cercare la mia anima gemella !”
Salutò i genitori e partì con il cavallo reale . Arrivò in una foresta dove incontrò uno stregone che la condusse alla sua dimora dove le diede , visto che l’aveva aiutato a raccogliere le mele , delle scarpe volanti e le raccontò la storia del principe Erik , l’uomo più bello di tutti i regni: era stato rinchiuso dai suoi genitori in una torre inscalabile! Perchè? Erano contrari al suo matrimonio con una ragazza di basso rango.
Elaila lo ringraziò e se ne andò verso il castello del principe Erik .
Arrivò a palazzo e quando lo vide affacciato alla finestra se ne innamorò subito e così fu anche per lui. Elaila si mise le scarpe volanti, ma non fece in tempo a volare che arrivarono le guardie e cercarono di catturarla, ma fu tutto inutile. La ragazza lo raggiunse , lo liberò e lo portò a palazzo dove si sposarono e vissero felici e contenti.
                                                        Alessandra G.








LA RAGAZZA DAI POTERI MAGICI

C’era una volta una semplice ragazza che si chiamava Rosa; ella era molto bella, infatti, aveva dei capelli lunghi color oro e occhi azzurri come il cielo. All'età di tre anni, una fata le diede dei poteri magici che nessuno poteva conoscere o vedere. Lei indossava sempre una collana a forma di cuore che conteneva una polvere magica che non la faceva mai invecchiare.
Questo segreto fu scoperto da una malvagia strega di nome Matilde che, conoscendo Rosa , vedeva che con il passare degli anni rimaneva sempre giovane e bella. Con uno stratagemma cercò di prendere la collana e, facendo finta di essere sua amica, riuscì a dividere a metà il cuore. Però scoprì che dividendo il cuore , il potere magico poteva funzionare solo con Rosa. Quindi la strega invidiosa,  volle rinchiudere la ragazza in una casetta in mezzo ad un bosco fitto, lasciandole solo il suo cane Pinck, molto amato. La strega, per poter catturare Rosa, si  fece aiutare dal suo consigliere ed aiutante drago Rodolfo.
Passarono alcuni anni e , la bella Rosa, aveva già compiuto sedici anni. Un giorno d’estate, la ragazza si svegliò e scrisse una lettera ad una persona molto importante che aveva conosciuto da piccola e rivisto, più volte, nei suoi sogni: il principe Giorgio.
Nella lettera c’era scritto che era stata rapita da una strega molto prepotente e cattiva di nome Matilde.
Rosa attaccò la lettera sul collare di Pinck, così lui corse come il vento e la portò dal principe senza farsi catturare né da Rodolfo né dalla strega Matilde. Quando arrivò in città, diede subito la lettera al principe Giorgio. Egli la lesse e capì che era un’emergenza, quindi scappò di casa con il suo cavallo e il cane Pinck, senza che nessuno lo vedesse. Arrivò nel bosco e la strega Matilde ed il drago Rodolfo lo videro, quindi cominciarono a combattere. Dopo una lunga lotta,  il principe Giorgio riuscì ad avere la meglio.
Intanto Rosa continuava a gridare “Aiuto!” Il principe capì dove si trovava la ragazza. La liberò e la fece tornare in città con il suo cavallo. Rosa capì di voler bene a Giorgio e buttò in mare la collana perché voleva passare il resto della sua vita con lui. Poi, quando arrivarono al castello, il principe Giorgio le chiese se voleva diventare la sua sposa e lei gli rispose di sì, così vissero per sempre felici e contenti.
                                                                        Eleonora V.
 PERSONAGGI:
PRINCIPESSA: Rosa
PRINCIPE: Giorgio
ANIMALE: Cane Pinck
ANTAGONISTA: Strega Matilde
AIUTANTE ANTAGONISTA: Drago Rodolfo
FUNZIONI:
Allontanamento: Il principe si allontana da casa per andare a salvare la principessa con i poteri
Il danneggiamento: L’antagonista cioè la strega Matilde con il suo abile consigliere Rodolfo danneggia l’eroe cioè Giorgio mentre va a salvare la principessa Rosa
L’impresa o il compito difficile: Il principe deve salvare la principessa Rosa  
La lotta tra l’eroe e l’antagonista: Il principe Giorgio lotta contro la strega Matilde e vince
La sconfitta dell’antagonista: Giorgio sconfigge la strega Matilde e il suo aiutante Rodolfo
Le nozze dell’eroe e il premio: Il principe Giorgio si sposa con la principessa Rosa
                                                        

giovedì 30 maggio 2013

Uno gnomo coraggioso

C'era una volta uno gnomo che abitava nella città di Green Village, uno splendido villaggio tutto verde e molto tranquillo prima dell'arrivo della Strega dalla Nebbia. Era una strega molto cattiva. Era cieca, ma aveva una specie di sesto senso e capiva tutto quello che le succedeva intorno. Era arrivata e aveva conquistato con i suoi gnomi cattivi tutto il villaggio e lo aveva reso succube del suo potere. In quel villaggio non si poteva più vivere felici come prima.
 Un giorno l'anziana madre del giovane gnomo, che era molo saggia,  riempì a suo figlio, a sua insaputa, lo zaino di cibo che potesse bastare per dieci giorni e anche più e gli diede il compito di attraversare il lago ghiacciato, la terribile foresta buia e la montagna sanguinosa per arrivare al castello incantato dalla buona fata Bianca che era l'unica a poter sconfiggere la Strega della Nebbia. Lo gnomo era molto triste e scoraggiato. Era molto piccolo e dietro aveva solo cibo per dieci giorni e tre piccole pagnotte di pane in più che la mamma gli aveva ordinato di tirar fuori solo davanti ai tre ostacoli.
Lo gnomo partì. Dopo tre faticosissimi giorni arrivo al lago ghiacciato. Si diceva che ci vivessero molti mostri terribili. Aprì lo zaino e vi trovò solo due pagnotte di pane e uno skateboard per  la neve.
Lo prese e ci saltò sopra : doveva passare il lago solo con quello. Aveva già passato metà lago ed era felice quando, al suo fianco, comparve un mostro che spaccò tutto il ghiaccio e fece quasi cadere lo gnomo che  si aggrappò immediatamente  allo skate e scappò.
Dopo altri tre giorni arrivò alla foresta buia. Al posto della seconda pagnotta c'era una corda. La foresta era piena di liane e là si poteva passare sano e salvo solo volando perché altrimenti  si finiva   mangiati dagli animali. La liana mancava solo nel primo albero così, approfittando di ciò,  legò  la sua corda e si lanciò sugli altri alberi. A metà viaggio svegliò un pipistrello e un sacco di animaletti volanti iniziarono a inseguirlo,  ma lui fu più veloce e arrivò prima che loro potessero raggiungerlo.
Dopo altri  tre giorni, arrivò alle montagna sanguinosa. Nel suo cammino non c'era niente di pericoloso solo un sacco di morti che non erano riusciti a salvarsi. 
Al posto della terza pagnotta c'era un piccone. Riuscì a superare anche questa montagna e subito dopo vide il castello. Raggiunse la fata e la scongiurò sino a quando  lei lo portò sulle sue ali al villaggio, pronta a combattere.
Arrivati, la fata buttò giù con un soffio la porta della reggia della strega e dopo una battaglia molto lunga,  la fata fece una magia e la  Strega della Nebbia  diventò pietra e la tenne come trofeo nel suo castello. Avevano vinto. 
Il giovane gnomo nel frattempo si era innamorato della fata che lo prese in sposo pochi mesi dopo.
Che bella ricompensa che aveva avuto: una bella vita tranquilla con la fata che amava.
Alessandro M.

IL MAGO WECHION

Un giorno un mago si svegliò e andò subito dal re perché lo aveva chiamato.Quando arrivò il re gli disse: "Tu mago  vai a cercarmi la bambola di ceramica di mia mamma, che si trova nel castello di Wechion. Questi è un anziano molto severo e cattivo e poi stai attento: è sempre circondato da   draghi  .” 
Il mago rispose “Ok, sarà fatto!!”.
Allora si allontanò dal palazzo  e iniziò il suo viaggio avventuroso.
Durante il  cammino il mago vide un castello  e si avvicinò il più possibile, quando arrivò  gli spuntò davanti  un drago. Allora il mago prese la spada e cercò di colpirlo; lo colpì alla  coda,  ma il drago agitò con furia  la coda verso di lui facendolo cadere nel fango. Il mago  si rialzò subito,  fece una rincorsa velocissima e gli infilzò la spada sul corpo e lo fece  cadere. Allora il mago entrò dentro al castello per trovare la  bambola di ceramica, ma quando entrò  arrivò Wechion che gli disse :”Cosa stai cercando? Cosa stai facendo?” Il principe spaventato gli rispose: "Sto cercando la bambola di ceramica della mamma del re che tu gliela hai rubata” 
"No, io non gliel' ho rubata.”
Subito dopo Wechion schiacciò un pulsante che fece  intrappolare il mago dentro una gabbia e  lui scappò  via lasciandolo solo.
Il mago aveva con sè una pozione che lo aiutava per qualsiasi pericolo e quindi la tirò fuori e la usò,poi uscì da quella trappola e andò subito a cercare la bambola di ceramica, ma non la trovò.
La cercò per tutto il castello ma la bambola di ceramica non c’era. All’improvviso sentì un suono che proveniva dalla bambola. Allora il mago seguì la sua voce e toccò da tutte le parti;  ad un certo punto il pavimento si sollevò formando un' enorme buca.Nella buca finì il mago e lì trovò la bambola di ceramica. Il mago la prese e la portò immediatamente  dal re . Il re lo ringraziò con  una stanza piena di monete d’oro.



Erica F.

mercoledì 29 maggio 2013

Alla ricerca del re folletto

C’era una volta un servitore, di nome Davide, che combinava sempre guai. Un giorno però il re Francesco si stufò e lo licenziò. Il povero Davide se ne andò dal castello, e mentre camminava trovò un volantino sulla strada con scritto: "Il re Francesco ricompenserà colui che gli porterà il re folletto…” Allora Davide si incamminò e vide un mercante e gli chiese: "Scusi sa dove posso cercare il re folletto?” Questi  gli rispose: "Certo si trova al di là del monte nero, ma stai attento o cadrai nella sua trappola! "Grazie per l’indicazione, cosa vendi? 
"Polvere sonnifera e mantelli dell’invisibilità. 
"Allora ne compro uno di tutti e due." 
Davide riprese il suo viaggio e dopo si ricordò che lì vicino viveva il suo amico Simone;  decise di andarlo a trovare. Quando fu arrivato gli chiese se lo aiutava in questa avventura e lui rispose di sì, e si misero in cammino. Arrivati si fermarono per una sosta, e mentre Simone cercava dei rami per accendere il fuoco davanti a Davide spuntò il re folletto che lo ipnotizzò e lo rapì. Quando Simone tornò non trovò nessuno, ma vide delle impronte e le seguì. Le impronte portavano a delle celle in cui in una c’era Davide. Simone  si accorse della sua presenza, ma  non poteva tirarlo fuori perché davanti c’era il re folletto. Frugò nella borsa di Davide e trovò la polvere sonnifera e, mentre il re folletto andò in bagno,  Simone gliela mise nel bicchiere di vino. Quando tornò il re bevve un sorso di vino e subito si addormentò. Allora svelto Simone gli prese le chiavi  e liberò Davide che prese dalla sua borsa il mantello dell’invisibilità per scappare con il re folletto. Giunti a casa di Simone i due amici si salutarono e Davide proseguì. Arrivato al castello consegnò il folletto al re che gli disse: "Ti sei dimostrato coraggioso e per questo ti meriti quello che vuoi. Davide  ancora incredulo esclamò: "Mi piacerebbe tornare a lavorare per lei.”- 
Non c’è nessun problema: sarai il mio aiutante personale. E da quel giorno vissero tutti felici e contenti…  
                                                          Michela R.


IL MALVAGIO STREGONE


In un paese giù in città vi era un castello di nobili cavalieri, e vi abitava il Principe Nicola, la Regina Margherita e il Re Carlo.
Un giorno il re Carlo, visto che era stufo che uno stregone lo tormentava, decise di mandare suo figlio, il Principe Nicola, a sconfiggerlo.
Nicola per la missione affidata dal padre partì con le risorse utili per il viaggio:un cavallo, viveri e il suo servo fidato per compiere la missione.
Dopo lunghi giorni e notti Nicola arrivò alla fortezza di Rudolfo lo stregone malvagio a tutti.
Nicola entrò nella fortezza anche se un enorme cartello messo da Rudolfone impediva l'ingresso agli estranei.
Nicola subito si accorse del cartello e che per entrarci bisognava superare delle prove molto difficili:
-prima prova:Nicola doveva trovare tutti i sassi bianchi nascosti sotto terra da Rudolfo.
-seconda prova:Nicola doveva superare le sabbie mobile per poi recuperare il suo servo fidato che era dall'altra parte delle sabbie mobili.
-terza prova: Nicola doveva scalare una montagnetta rocciosa solo con una corda di sicurezza.
Se Nicola non avesse superato quelle prove, allora lui e il suo servo fidato sarebbero morti all'istante e suo padre avrebbe rimpianto la loro morte.
Ma per fortuna Nicola riuscì con successo a superare le prove. Nicola si dirisse dallo stregone dove lì incominciò la lotta tra i due, mentre il servo fidato lo aspettava fuori. Nicola uscì dalla fortezza con un po' di graffi, ma alla fine aveva sconfitto lo stregone.
Nicola portò via la bacchetta magica di Rudolfo, che in futuro sarebbe servita a sua padre Re Carlo.
Al ritorno dal viaggio Nicola ricette la sua ricompensa che desiderava da tempo:una casa tutta per lui e una moglie.
                                                             Martina D.


IL PRINCIPE DI UZBEKISTUR

C’era una volta il curioso Marchese di Uzbekistur che, viaggiando e viaggiando, si trovò nella radura di Pratoverde dove aveva sentito dire che, in quel luogo, c’era un enorme castello con la principessa più bella del reame. Lo cercò e lo cercò fino a quando lo trovò; era lì, immenso, davanti a lui. Bussò. Andò ad aprirgli uno strano vecchietto dall’aria simpatica:
-Buongiorno caro ragazzo, cosa stai cercando?-
gli rispose il marchese:
-Sto cercando la famosa principessa, per vedere se è così bella come si dice in paese…-
-Ahhhhhhhhh, caro ragazzo, non sai cosa dici, Blumandia, la principessa, è bellissima; se soltanto avessi quarant’anni di meno avrei avrei immediatamente chiesto la sua mano… hehehehe… dai ora entra, non è cortese far aspettare gli ospiti!-
Il marchese entrò e, Flacidomius, il servo che lo aveva fatto entrare, gli mostrò la sua stanza e gli fece fare una breve visita del castello.
Arrivati alla stanza reale, il Marchese, dopo essersi chinato, salutò Re-Barbalungafinoaipiedi e, subito dopo essersi alzato, capì il motivo del nome del re: aveva una barba che non finiva più…
Notò altre due figure e una la riconobbe subito, anche se non l’aveva mai vista: era Blumandia, la principessa.
L’altra finchè, rimase nell’ombra, non la riconobbe, ma, in un secondo momento, si ricordò di un vecchio del paese che gli disse che nel palazzo del re viveva uno stregone malvagio: Plurucillo.
Quest’ultimo respinse il saluto del Marchese e se ne andò. La sera il marchese, e tutti gli abitanti del castello,
si addormentarono, tutti tranne Plurucillo che era infuriato nero con il Marchese, perché ora, oltre a lui c’era anche il Marchese a contendersi la mano di Blumandia. Allora decise di nasconderla in una stanza segreta del castello così che non potesse interagire con il Marchese e decise anche di trasformare quest’ultimo in un gatto nero così che fosse cacciato per sempre dal castello. La notte si alzò ed eseguì il suo piano, ma Flacidomius che aveva seguitola scena, prese una polvere magica: l’antigattonerovirus e la fece respirare dal Marchese-gatto che riprese le sue sembianza naturali:
-Ti sono debitore; ti chiedo di accompagnarmi nella liberazione della principessa;-
-Sono con te, caro Marchese.-
I due si alzarono da terra e seguirono la scia di alcrime lasciata da Blumandia e giunsero nel luogo dove era tenuta prigioniera.
Con l’aiuto di una spada magica, il Marchese sconfisse Plurucillo che scappò e non si fece mai più vedere.
Liberata Blumandia il Marchese chiese subito la sua mano e il re, suo padre, accettò volentieri;
i due si sposarono e vissero felici e contenti.
                                                                    Federico B.
        



LE TORTE DI LAMPONI

C’ERA UNA VOLTA UNA CUOCA DI NOME ALICE, FAMOSA PER ESSERE MOLTO BRAVA A CUCINARE SOPRATTUTTO LE TORTE DI LAMPONI, COSI’ BUONE DA FAR IMPAZZIRE TUTTI GLI ABITANTI DEI CASTELLI VICINI.
L’INGREDIENTE SEGRETO CHE LE RENDEVA COSI’ BUONE ERANO I LAMPONI SPECIALI PERCHE’ DURANTE LA NOTTE ALICE CHIEDEVA ALLA LUNA DI ILLUMINARLI CON LA SUA LUCE MAGICA PER FARLI CRESCERE PIU’ BUONI DI QUELLI COMUNI.
LA SUA VICINA, LA CUOCA ANNALISA, ERA MOLTO INVIDIOSA DI ALICE PERCHE’ NON RIUSCIVA A PREPARARE TORTE PIU’ GUSTOSE E VOLEVA A TUTTI I COSTI SCOPRIRE IL SEGRETO DEL SUO SUCCESSO. COSI’ UNA SERA LA SPIO’ E SCOPRI’ IL MISTERO.
A QUEL PUNTO ANNALISA FECE UN MALEFICIO: OSCURO’ LA LUNA.
DAL GIORNO SUCCESSIVO ALICE CAPI’ CHE ERA SUCCESSO QUALCOSA AI SUOI LAMPONI, PERCHE’ CRESCEVANO POCO ED ERANO QUASI TUTTI SECCHI E LA LUNA NON LE APPARIVA PIU’.
CHIESE COSI’ AIUTO ALL’UCCELLO MIGRATORE, AMICO DELLA LUNA, A CUI SPIEGO’ COS’ERA ACCADUTO.
L’UCCELLO MIGRATORE, LA MATTINA SUCCESSIVA DECISE DI PARTIRE IN CERCA DELLA LUNA .
LA CURIOSA ANNALISA, CHE AVEVA ASCOLTATO I LORO DISCORSI, RAPI’ L’UCCELLO MIGRATORE DURANTE IL SONNO E LO RINCHIUSE IN UNA GABBIA.
IL MATTINO SEGUENTE, ALICE SCOPRI’ CHE L’UCCELLO MIGRATORE ERA SPARITO, MA SEGUENDO ALCUNE DELLE SUE PIUME PERSE SUL PAVIMENTO, RAGGIUNSE LA GABBIA IN CUI ERA STATO RINCHIUSO E, STANDO ATTENTA A NON SVEGLIARE ANNALISA, LO LIBERO’.
ALICE GLI CONSEGNO’ LA STELLA AURORA AFFINCHE’ GLI INDICASSE LA STRADA DEL CIELO PER CONDURLO ALLA LUNA.
L’UCCELLO MIGRATORE SUPERO’ TEMPESTE, TUONI E LAMPI E FINALMENTE DOPO TANTI GIORNI RAGGIUNSE LA LUNA. A QUEL PUNTO IL MALEFICIO DI ANNALISA FINALMENTE SVANI’.
L’UCCELLO MIGRATORE RITORNO’ DA ALICE CHE LO RINGRAZIO’ E GLI OFFRI’ LA PRIMA TORTA SFORNATA CON I LAMPONI SPECIALI.
LA CUOCA ANNALISA FU CONDANNATA E RINCHIUSA A VITA.

DA QUEL GIORNO ALICE VISSE PER SEMPRE FELICE E CONTENTA.
                                                                  REBECCA O.