venerdì 13 dicembre 2013

Io me ne frego

Venerdì 22 Novembre siamo andati a Milano al Teatro Leonardo da Vinci per assistere allo spettacolo, della compagnia “Quelli di Grock” : “Io me ne frego” di Valeria Cavalli, sul tema del bullismo.
I protagonisti sono Filippo, denominato Rospo, e Federico, detto Biglia. Amici sin dalla prima elementare si ritrovano fuori dalla scuola per giocare a calcio: Rospo da grande vuole fare il calciatore e non va molto bene a scuola, mentre Biglia, al contrario, è bravissimo a scuola, ma imbranato negli sport.
In seconda media il professor Esposito presenta alla classe un nuovo compagno: si chiama Robertino, è un pluripetente appassionato di motorini. Subito, tutta la classe lo ammira, compreso Rospo, mentre Biglia lo considera solo un prepotente. Rospo, pian piano, cambia il suo carattere per colpa di Robertino: va ancora più male a scuola, non rispetta i genitori e incomincia a fare il bullo con tutti, perfino con Biglia. Infatti, con l' aiuto di Robertino, Rospo impone a Biglia di fare cose inimmaginabili: come fargli le verifiche e scroccare dei soldi ai ragazzini di prima tramite delle scuse. Biglia esegue gli ordini e siccome non riesce a fare tre verifiche in un' ora, viene pestato. Ormai Biglia è diventato un vero e proprio bullo. Robertino chiede a Biglia di fare una cosa spropositata; siccome Chiara non ha accettato l' invito di Robertino deve essere punita. Biglia, ancora una volta, vittima della paura, accompagna Chiara al parco, e vedendo l'arroganza e la violenza di Robertino nei confronti di Chiara,le grida di scappare e insieme raggiungono il portone del condominio. Biglia si decide e confessa tutta la storia a Chiara e ai suoi genitori. Il giorno dopo a scuola racconta i fatti al professor Esposito. Ma ritorniamo ai giorni nostri: un uomo viene arrestato per rapina a mano armata e tentato l'omicidio. L' uomo confessa in modo superficiale
l' accaduto e chiede un avvocato. L' avvocato è arrivato, e indovinate un po' chi è? È Biglia: deve difendere quest' uomo che conosce come le sue tasche: Rospo.

Biglia tende la mano a Rospo e gli dice: “Non mi interessa quello che hai fatto a me, io devo fare il mio lavoro: devo sostenere la tua difesa.” 
                                                                           Alessandro M.